Criptovaluta e contabilità

Criptovaluta e contabilità: cosa c’è da sapere

La criptovaluta, moneta virtuale sempre più utilizzata a mezzo di scambio o investimento, sta determinando un cambiamento radicale del settore finanziario. Proprio per questo è di fondamentale importanza sapere come contabilizzarla correttamente. Leggi l’articolo per saperne di più.

Per iniziare, cos’è la criptovaluta?

La definizione più nota è quella fornita direttamente dalla Banca d’Italia: “una criptovaluta è una valuta virtuale che costituisce una rappresentazione digitale di valore ed è utilizzata come mezzo di scambio o detenuta a scopo di investimento. Le criptovalute possono essere trasferferite, conservate o negoziate elettronicamente“.

La criptovaluta più conosciuta è il Bitcoin, ma possiamo citare tanti altri esempi come LiteCoin, Tron, Cardano, Ripple ed Ethereum.

In parole più semplici, si tratta di monete digitali create su Internet che, diversamente dalle valute legali, non sono sottoposte all’emissione e al controllo di Autorità Pubbliche o Banche Centrali. Normalmente, infatti, vengono emesse da soggetti privati tramite software particolarmente avanzati, spesso basati su tecnologie blockchain. La circolazione delle criptovalute si basa, dunque, su una sorta di accettazione volontaria da parte di operatori privati.

La diffusione

Il primo scambio di criptovalute della storia è avvenuto il 12 gennaio 2009, quando Satoshi Nakamoto ha inviato al programmatore Hal Finney la blockchain di Bitcoin che aveva creato.

Da allora, la criptovaluta ha subito una crescita esponenziale: ad oggi ci sono in circolazione più di 2000 criptovalute, ognuna delle quali con le proprie specifiche caratteristiche in termini di prezzo, capitalizzazione di mercato, offerte in circolazione e scopi. Ad esempio, è possibile distinguere:

  • criptovalute digitali: esistono unicamente nei computer o nei siti preposti alla loro compravendita;
  • criptovalute crittografate: non esistono limiti o regole rispetto alla loro detenzione, scopo o numero. In questo caso, infatti, gli utenti che accedono alla piattaforma di scambio non usano i propri nomi reali, bensì codici specifici;
  • criptovalute globali: prive di restrizioni geografiche (quindi valide in ogni paese).

Insomma, le nuove tecnologie hanno causato un profondo cambiamento nell’economia globale, con particolare riguardo al settore finanziario, modificando le modalità di scambio di beni, servizi e appunto attività finanziarie.

Criptovaluta e contabilità

Premessa: ad oggi non ci sono riferimenti contabili certi che permettano una classificazione uniforme di questi nuovi strumenti in base alla loro natura e attività. Ad ogni modo, le criptovalute hanno raggiunto volumi di transazioni così significativi che le Autorità di Vigilanza hanno dovuto necessariamente intervenire in tal senso.

Possiamo distinguere due differenti orientamenti contabili:

  • internazionale (IASB): le criptovalute possono essere contabilizzate in bilancio come rimanenze di magazzino secondo lo IAS 2, oppure come beni immateriali secondo lo IAS 38;
  • nazionale (Oic): se l’acquisto e la vendita di criptovalute è l’oggetto principale dell’attività di impresa, allora bisognerà contabilizzare i costi e i ricavi a conto economico come gestione caratteristica, e i debiti e i crediti nello stato patrimoniale. Se invece si tratta di operazioni compiute per fini diversi, bisognerà contabilizzare le operazioni di acquisto e di vendita.

Per maggiori approfondimenti in merito alla contabilizzazione delle criptovalute consulta la relativa pagina web: criptovaluta e contabilità.